Un insolito reportage narrativo è Il Portogallo è un’isola.
Taccuino di appunti per una guida sentimentale tra Lisbona e Coimbra (con-fine edizioni, pagg. 88, € 11), ultimo lavoro della scrittrice napoletana Miranda Miranda.
Il testo è sostanzialmente tre cose: un reportage di viaggio e di suggestioni emotive; un colloquio con un amore difficile lasciato a casa; un confronto tra due tradizioni diverse eppure simili nella lingua e nei costumi.
Napoli come la capitale lusitana, insomma.
“Qui c’è tutto quello che mi piace, la città collinare simile al Vomero, la grande Praca Pedro IV, che nella strada larghissima che la circonda è corsa da un traffico intenso e veloce”. La scrittrice pensa alle sue “strade – quelle del centro di Napoli – che sono state costruite nel ‘600 per un popolo colonizzato: strette, spesso impervie” e prova “una fitta improvvisa di dolore e di amore impotente per la sua città perchè su Napoli si crede tutto, specie se è turpe”.
Ma non ci sono solo sintonie urbanistiche tra Napoli e Lisbona: qui il gioco del Lotto si chiama Casa de Sorte, “proprio come si deve chiamare”. Sulla Collina della Gracia l’immagine della Vergine venerata nella Chiesa ha una storia simile alla Madonna di Piedigrotta: trovata nel mare dai pescatori di Cascais nel 1362 – ma c’è poi tanta differenza tra Cascais e Mergellina? – fu portata li in processione.
All’Alfama invece il ricordo va al Petraio con “bassi, voci rabbiose in portoghese, e non in napoletano, ragazzini a torso nudo che tengono la maglietta tesa sul collo, nel gesto uguale a quello degli scugnizzi”.
Al Rossio l’incanto delle strade richiama la Napoli degli anni ’50.
Nel reportage di viaggio emerge la ricchezza dell’ “isola” portoghese che la Miranda analizza rimuginando sui nomi dei dolci, sulle parole, sulle caratteristiche dei monumenti, e sui suoni delle canzoni, sempre in rapporto all’omologo-diverso partenopeo.
Vincenzo Aiello
© Tutti i diritti riservati. Il Mattino di Napoli, 19 agosto 2011
il volume Il Portogallo è un’isola di Miranda Miranda
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