La sua pittura, chiara e diretta, contiene messaggi poetici che trovano spunto nei soggetti più dissimili: da un cesto di frutta, a un bambino, da un paesaggio ad un sogno, realtà diverse che vengono tradotti in arte attraverso un linguaggio che parte da un figurativo ‘classico’ fino ad arrivare a toccare dei punti di surrealismo puro.
Ma tutto sempre all’insegna del colore che riesce ad esprimere quei sentimenti di bellezza elaborati interiormente dall’artista e di cui si fa testimone e interprete nei confronti del mondo. Un colore materico e pieno che porta alla ribalta sensazioni forti, talvolta drammatiche ma sempre intimamente vissute e quindi coinvolgenti, capaci di trascinare l’osservatore nei luoghi lontani della sua poesia.
Anche le parole sono corpose come il colore. E accompagnano lo svolgersi di questa ‘storia per immagini’ quasi in maniera complementare, sicuramente mai didascalica.
Nell’atto creativo di Doriana Freschi la parola e l’immagine viaggiano sullo stesso binario: la pittura non può trascendere la poesia e quest’ultima nasce spesso da sensazioni stimolate dal fare artistico.
Una dicotomia costante e necessaria che le permette di leggere la vita quotidiana nelle sue sfaccettature più nascoste e che sa poi svelarci con determinata delicatezza, raccontandoci la verità delle cose con estrema sincerità.
Non c’è affettazione nella sua opera, ma un classico ed elegante lirismo che lega, una dopo l’altra, tele e poesie in un corpus narrativo senza soluzione di continuità che ci restituisce atmosfere e sensazioni di luoghi e tempi quasi ideali ma comunque, in qualche modo, di una bellezza immortale.
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