Città della Scienza

Oggi mi sarebbe piaciuto scrivere d’altro: dei pettegolezzi su Eduardo de Martino o della poetica di Doriana Freschi; avrei voluto presentarvi Sergio Saggese, o parlarvi del libro di Tonino Scala.

Oggi mi sarebbe piaciuto scrivere d’altro ma, oggi, non avrei dovuto leggere la notizia del rogo di Città della Scienza.

In questi casi si possono dire molte cose ovvie, e me ne guardo bene.

Non voglio isolarmi in una torre d’avorio, ma cerco di rimanere lontano dalla cenere dei padiglioni e, per una volta, non voglio dare la colpa alla camorra che fa ‘solo’ il suo ‘lavoro’.

Oggi, vorrei dare la colpa a tutti gli italiani, me compreso, perché non siamo capaci di coniugare il nostro essere con il suo passato: Stato.

Non siamo capaci di essere Stato: padroni della nostra terra, uomini in grado di governarla come meriterebbe il bene comune che possediamo, e per licenziare finalmente dal loro ‘strano lavoro’ quei signori delle fiamme: una volta e per sempre.

Gino Fienga

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