Descrizione
Il vuoto di Bajec è una scelta ben determinata che genera una vita nuova anche se diversa dai canoni cogenti. L’occhio dell’autore riesce ad entrare nella vita degli altri senza fermarsi alle logiche vincenti dell’apparenza. I suoi istinti omicidi si fermano alla mente e vengono scaricati nella cartella: cancella. Mentre acquistano importanza la ricerca di un’identità – quella ebraica – in un primo tempo cercata nelle botteghe basse di ghetti e poi rimescolata in un intimo che non può essere obliterato. La natura è il secondo fine di questa ricerca che trova nella risposta di una lingua ibrida di origini e di appartenenze un approdo. Non vince un genere sull’altro, né uno schema. La vita percepita deve essere raccontata prosaica o lirica che sia. È questo l’approdo finale di Bajec: non c’è vita – di qualsiasi natura – se non nel racconto filtrato, dove attraverso la sua voce isolata, c’è un’eco del fatale isolamento di ognuno di noi.
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