Lo spazio nobile di Palazzo Reale è il cuore della grande mostra diffusa che celebra i 90 anni di Pomodoro: un’iniezione di energia creativa
Ieri, Palazzo Reale. Si commuove, non trova le parole il maestro Arnaldo Pomodoro, classe 1926, milanese d’adozione dal 1954, mentre si presentano le iniziative che il Comune ha organizzato per festeggiare i suoi splendidi 90 anni.
«Sto molto bene qui, anche se non dimentico la terra del Montefeltro in cui sono nato. Sorridiamo, pensiamo, lavoriamo bene. Spero di arricchire ancora il mio lavoro in questa città».
Età veneranda, forza creativa e umana intatta, lo scultore è protagonista da oggi non tanto di una o più mostra, quanto di un progetto diffuso nel tessuto urbano tra itinerari scultorei, esposizioni, libri, eventi. Nucleo dell’operazione proprio a Palazzo Reale nella sua sede più nobile, la Sala delle Cariatidi. Non a caso: per la prima volta in città, folgorato davanti a «Guernica» di Picasso nel 1953, qui Pomodoro decise di dedicarsi completamente all’arte. La sede è ottimale per ospitare l’antologica curata da Ada Masoero: 30 opere eccellenti, anche di grandi dimensioni, scelte dall’artista stesso con la curatrice per raccontare le tappe chiave della sua ricerca estetica, dal 1955 ad oggi. Sede ottimale perché i contrasti della sua imperfezione sono consoni a quelli del lavoro di Pomodoro: superfici lucide e pulite che all’improvviso si aprono in fratture e ferite, riflettendosi nelle specchiere alla pareti. «Solidi apparentemente intaccabili e assoluti rivelano contenuti di sofferenza – sottolinea Masoero – Ma anche di energia positiva e profondità di pensiero».
Da Palazzo Reale la rassegna si apre: in piazzetta Reale è esposta in toto l’installazione «The Pietrarubbia Group», dedicata al borgo marchigiano abbandonato di Pietrarubbia che Pomodoro ha riportato in vita fondandovi una scuola di oreficeria. Pochi passi fino al Museo Poldi Pezzoli, via Manzoni, dove nel giugno del 2000 si inaugurava un allestimento della sala delle armi, per l’occasione restaurato e illuminato a nuovo, curato dal maestro.
«Un momento chiave per il museo, che da quel momento è entrato in dialogo con l’arte contemporanea», racconta il direttore Annalisa Zanni. Sempre al Poldi un’esposizione di 16 bozzetti scenici, 1982-2009, rivela la passione di Pomodoro per il teatro e la lirica. Tra Triennale e Fondazione Pomodoro sono esposti poi 4 visionari progetti che uniscono scultura, architettura e ambiente, documentati con maquettes, disegni e fotografie. Mentre all’ex Riva Calzoni di via Solari si può visitare nei sotterranei la monumentale opera «Ingresso nel labirinto», 170 metri quadri, 1955-2011; la storia del «labirinto», visibile virtualmente anche a Palazzo Reale grazie ad una esperienza multisensoriale, è documentata in un nuovo volume a tema, edito da con-fine con Fondazione Pomodoro, a cura di Aurora Donzelli, Gino Fienga e Federico Giani. L’omaggio continua in modo privato dalla Fondazione Marconi di via Tadino, dove viene riproposta la mostra storica «Un centesimo di secondo», disegni e sculture da 1966 e 1971.
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