Come e dove sta andando il mondo del libro?

Quando si parla di libri si pensa ormai ad un settore perennemente in crisi e questa è una sensazione ormai abbastanza diffusa, e se vogliamo consolidata.

Ma dove sta andando il mondo del libro, e soprattutto come sta andando?

Tutto sommato non così male, secondo l’ultimo rapporto di AIE, l’Associazione Italiana Editori che ogni anno pubblica il rapporto sullo stato dell’editoria, il fatturato complessivo è chiaramente in crescita.

Quello che invece sta davvero cambiando, è il modo in cui il lettore si avvicina al libro.

Dato importante: quelli che leggono di più sono i giovani fra i 15 e 24 anni.

Pochi giorni fa parlavamo del pubblico delle mostre e anche lì è venuto fuori che tutto sommato è un pubblico molto giovane, quindi questo che cosa significa: che i giovani oggi sono i principali fruitori della cultura. L’avreste mai detto?

Probabilmente di conseguenza sta anche cambiando il modo in cui il lettore raggiunge il libro: cresce la vendita online, cala la grande distribuzione, e apparentemente le librerie tengono botta…

Il dato del fatturato è sicuramente importante, però non dimentichiamoci che aumento del fatturato non necessariamente aumento dei lettori. Anzi, il fatturato può aumentare per ragioni anche estremamente diverse: coproduzioni internazionali, vendite di diritti dei libri all’estero, ecc…

I lettori in Italia, invece, sono in calo e al di là di quello che ci si sarebbe potuto aspettare anche il mercato dell’e-book non ha fatto questo boom che tutti ipotizzavano, ci siamo attestati intorno ad un 5% del totale. Mi ricordo anni fa, gli allarmismi che si facevano sulla scomparsa del libro cartaceo, sull’e-book che avrebbe invaso il mondo e fagocitato l’editoria tradizionale, ma tutto questo pare che non stia succedendo.

In realtà i giovani non fanno molta distinzione tra fruizione del libro sulla carta e fruizione del libro sul digitale. Io vedo mia figlia di 12 anni che indistintamente passa da ore di lettura allo smartphone a ore di lettura di mattoni cartacei come IT di Stephen King.

Però in generale, soprattutto nel mondo degli adulti si legge di meno, il perché non è molto chiaro… passiamo molto più tempo su Facebook? Leggiamo cose sul Web? Non si capisce bene, una ragione potrebbe anche essere che in generale si è abbassata la qualità dell’offerta o forse più in generale noi lettori pretendiamo di più e si è alzata l’asticella della pretesa di qualità.

Non possiamo dare la colpa a Facebook o ai Social in generale perché questo fenomeno non lo ritroviamo in altri paesi europei, dove l’editoria può sicuramente contare su un mercato più ampio eppure anche lì hanno Facebook, hanno i social, hanno il Web, quindi probabilmente la colpa sta da qualche altra parte.

Quindi come mai l’italiano tende ad allontanarsi dai libri?

Forse questo è il momento in cui noi editori potremmo sforzarci di pubblicare un po’ meno libri e tenere un po’ più alta la qualità.

Magari un’idea interessante su cui lavorare e su cui sicuramente molti si stanno arrovellando da diversi anni potrebbe essere quella di evolvere il formato libro in qualcosa di più collegato, al mondo in cui viviamo, qualcosa che riesca a dialogare con gli altri media e ci permetta di vivere l’esperienza lettura in una maniera più transmediale.

La sensazione generale è quella che il lettore stia un po’ perdendo la fiducia nei confronti degli editori e forse il lavoro da fare è proprio quello di restituirgli questa fiducia che in qualche modo gli abbiamo tolto in questi ultimi anni.

Il pubblico dei libri c’è e secondo me, continua ad esserci ed è anche abbastanza ampio e fedele, però è interessato a contenuti originali e di qualità. Dobbiamo solamente dargli cose che non può trovare ovunque e soprattutto di rendere di nuovo il libro un ‘prodotto’ – passatemi il termine – stimolante e accattivante.

La sfida dei prossimi anni del mondo dell’editoria è una sola: avere idee nuove e rivoluzionarie.

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