Quello che postate sui vostri social network sta diventando veramente una questione abbastanza seria, perché il social network e la rete in generale sta diventando un po’ il sostituto di quello che una volta era il curriculum. Una volta scrivevamo tutto su un foglio, mandavamo sto foglio e la gente non è che si interessava di andare a cercare in giro più di tanto che cos’altro noi facevamo, anche perché non c’era dove farlo. E quindi quello che voi avevate scritto nel foglio era circoscritto e diciamo la vostra vita personale era ben delimitata dai confini del foglio.
Oggi no, se io oggi voglio vedere tu chi sei, a me arriva il curriculum, ma io forse non lo guardo neanche. Cosa faccio: vado sulla bacheca di Facebook, vado su Instagram e cerco di capire con chi avete collaborato, che tipo di progetti hai fatto, che cosa sono le vostre idee, che senso estetico avete… Insomma, cerco di farmi un’idea di voi chi siete da lì, non più dal curriculum quindi diciamo che è una cosa su cui veramente ragionare molto e stare abbastanza attenti perché ovviamente sì, riuscire anche attraverso i nostri profili social a (di)mostrare noi che cosa sappiamo fare, che cosa siamo bravi a fare, è importante ma ovviamente non è sufficiente.
Cioè non non voglio dire che se abbiamo un bel profilo social, abbiamo risolto tutti i nostri problemi perché ovviamente non è così, però diciamo che una una grossa mano lo dà, non è sufficiente. Quindi è ovvio che bisogna comunque essere i migliori, essere bravi, essere dei grandi professionisti, però insomma se ce la diamo una mano a raccontarlo, a farlo passare, a farlo vedere che cosa siamo in grado di fare, ovviamente stiamo dando una mano a noi stessi.
Possiamo fare per fare le cose più belle del mondo, ma ovviamente se nessuno lo viene a sapere non serve a niente.
E continueremo a rimanere nell’anonimato.
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