Il testo che segue è l’introduzione del libro scritto da Luigina de Vito Puglia ‘Eduardo de Martino. Da ufficiale di marina a pittore di corte’.
La pubblichiamo perché vogliamo darvi la possibilità di capire meglio il senso del lavoro di questa studiosa, per conoscere meglio la storia di questo volume e accompagnarvi alla scoperta di un importante personaggio della storia d’Italia.
Nel testo ci sono tante note che non abbiamo pubblicato per stuzzicare la vostra curiosità ad approfondire l’argomento…
Il 21 maggio 1912 moriva a Londra Eduardo de Martino, uno dei massimi esponenti della pittura di marina dei suoi tempi ma, purtroppo, una figura quasi sbiadita nella cospicua galleria dei personaggi illustri della Penisola sorrentina.
L’opportunità, inaspettata, per commemorarne il primo centenario della morte mi è stata fornita da Vittorio e Anna Maria Balduccini, attenti custodi di un corpus di testimonianze inedite del pittore metese: quattro fotografie e dieci lettere spedite da Londra all’amico Michele Liguori (zio materno di Vittorio Balduccini), due scritte dalla vedova, una dalla figlia Violetta, che inviò pure un telegramma; di altre sette, purtroppo scomparse, è conservata la trascrizione che ne fece su carta intestata della Camera dei deputati l’on. Giuseppe Liguori, fratello di Michele.
I Balduccini conservano pure una serie di fogli sciolti con annotazioni, schizzi, bozzetti e disegni a matita e china che, nonostante le ridotte dimensioni, in veloci e decisi tratti rivelano competenza e accuratezza nel raffigurare paesaggi, bastimenti o piccole imbarcazioni.
La documentazione, per quanto interessante, di per sé non aggiungeva molto di più a quanto scritto da Vittorio Roberto Romano nel bel libro pubblicato nel 1994 a cura dell’Ufficio Storico della Marina Militare Italiana, ma stimolava ad ulteriori ricerche. Ho poi potuto visionare varie collezioni private, di cui una composta da quattro tele realizzate intorno agli anni 1860-1863.
Tutto questo materiale, unitamente all’analisi delle opere del Museo Navale e Oceanografico di Rio de Janeiro e della Royal Collection britannica, mi ha consentito di approfondire e rettificare alcune notizie mentre per altre, che rimangono oscure, ho avanzato delle congetture. Fanno da sfondo alle vicende strettamente biografiche cenni sul contesto politico-sociale-culturale di quegli anni per far sì che il racconto appaia più dettagliato e avvincente, o forse convincente.
Eduardo de Martino ebbe una vita ricca di esperienze e di emozioni, così sorprendente da sembrare romanzata eppure così incredibilmente vera. Fu un uomo di forte personalità e determinazione, un valido rappresentante di quell’emergente borghesia impegnata politicamente e culturalmente, che ebbe come modello l’eroe romantico, favorevole dunque a forme di governo costituzionali garanti del diritto e della libertà. Sostenitore dell’Unità nazionale, abbracciò l’ideologia massonica che difendeva il Meridione d’Italia; seguì da vicino la guerra del Paraguay (1865-1870) e ne raffigurò le battaglie in molti quadri proprio perché combattute per la difesa della patria. Confidava nei sentimenti, nelle scelte istintive e proprio seguendo gli slanci emotivi diede più di una svolta alla sua vita. Sfidò la morale conformista abbandonando una stimata carriera militare per vivere di arte; il suo talento gli procurò notevoli incarichi, l’ammirazione e l’amicizia di influenti personalità, l’affermazione e una certa agiatezza, rimase però una persona semplice e discreta. Viaggiò molto, conobbe terre lontane e visse all’estero, ma tenne sempre vivo l’orgoglio di essere italiano e soprattutto metese, perché della sua terra mantenne le tradizioni e le abitudini.
Per raccontare una vita così intensa mi è sembrato opportuno suddividerla in tre capitoli. Nel primo sono descritti gli anni trascorsi a Meta, quelli della formazione scolastica, artistica e militare, come pure della presa di coscienza politica.
Il secondo capitolo tratta invece il periodo in cui de Martino visse in Sudamerica, dal 1868 al 1876, gli anni dei primi apprezzamenti e riconoscimenti. Fu questa una fase di crescita e di ricerca di identità artistica in cui Eduardo assimilò e rielaborò stili e soggetti, un periodo di grande impegno e straordinaria creatività tanto da produrre un’eccezionale quantità di opere sorprendenti per il loro eclettismo.
Infine il capitolo dell’affermazione e della massima notorietà, di quando visse a Londra per oltre sette lustri (1876-1912) ottenendo prestigiosi incarichi: fu Marine Painter in Ordinary della Casa Reale e del Royal Yacht Squadron, nonché membro dell’autorevole Royal Institution of Naval Architects.
Nei successivi capitoli ho riportato le trascrizioni di due interessanti documenti inediti: la Delibera decurionale del 1813 riguardante l’ordinamento delle tre scuole nautiche sorrentine esistenti all’epoca ed il verbale della Commissione della Marina Militare Italiana che indagò sull’incidente della Ercole, la nave su cui nel maggio 1866 de Martino prestava servizio come ufficiale di rotta. Questo documento chiarisce finalmente la dinamica dei fatti e spero possa restituire la dovuta rispettabilità ad un uomo ingiustamente screditato e tacciato addirittura di diserzione.
La lunga, prolifica e diversificata attività pittorica di de Martino purtroppo non è stata ancora attentamente valutata, anche perché a torto ne è stato considerato solo l’aspetto parziale di pittore di marina. Fu invece un artista in continua sperimentazione di temi e tecniche, anche se amava la costante rappresentazione del mare e di ogni tipo di imbarcazione.
Gioverebbero dunque una seria retrospettiva o un accurato catalogo che mettessero in luce l’evoluzione del suo linguaggio figurativo, a partire dalle prime prove giovanili fino ai circoli sudamericani e vittoriani. Confido così che questa biografia, che non ha pretese di completezza, possa riaccendere l’attenzione sullo straordinario percorso umano e artistico di Eduardo de Martino.
2 Responses
Figura romantica, profondamente legata al mare e alla pittura ( molte sue opere arredano ancora le stanze della residenza della Famiglia reale britannica) produsse moltissime opere di grande qualità, specie nel periodo inglese. Appassionato del mare giunse ad un suo originalissimo realismo che lasciò evidenti tracce nella pittura marinista moderna. Dal guazzo all’acquarello, dal pastello all’olio, cercò sempre una definizione netta e minuziosa.
È ben noto che, per cogliere le forme mutevoli del mare ed i suoi colori cangianti, il pittore si faceva calare, in un cesto o su altro sedile improvvisato, dalla prora della nave fin quasi a toccare le onde e lì trascorreva ore intere ad osservare, annotare, dipingere. Il suo occhio ha scrutato la storia di quegli anni con una partecipazione commossa e patriottica.
Nelle sue marine rabbrividenti di spuma e fragori di battaglie si rivela sempre una minuzia di particolari attenti a non falsare né storia né natura, con una onestà e una perizia straordinaria. Le forme sono sempre ben definite e finemente trattate nei contorni.
Ai mari rifranti da venti e nubi tempestose , in cui il valore realistico viene animato e rigonfiato da una passione romantica alla sturm und drang, si succedono mari luminosi su cui i velieri possono scivolare spiegando le vele come grandi ali.
Trascurata apparentemente la presenza dell’uomo, quasi che i drammi coinvolgessero più palesemente tutta la natura, mentre la volontà e l’eroismo umano trapassa per lo più dai tagli acuti di navi vele e alberi al rigonfiarsi del cielo e ai turgori delle acque.
Molto interessante come uomo e come artista, figura che ancora oggi può indicarci anche nell’arte una maniera di essere se stessi senza compromessi.
Grazie Luciana per il tuo commento. Eduardo de Martino era proprio così: uno spirito libero che ha creduto fermamente nella sua arte. I suoi quadri sprigionano forza e passione, sono emozionanti com’è stata la sua vita.