Finanziamenti per 300 milioni di Euro ai settori culturali e creativi


Finalmente in giro per l’Europa e, forse anche in Italia, ci si sta rendendo conto che i settori creativi e culturali sono un lavoro o meglio, un business e addirittura un punto d’incontro fra l’arte, il business, appunto, e la tecnologia.

Ma cosa sta succedendo?

Dall’inizio di settembre si è avviato un nuovo corso che garantirà un effettivo supporto dell’Unione Europea alle imprese culturali e creative, grazie ad un nuovo progetto realizzato in collaborazione con Cassa depositi e prestiti cioè l’Istituto Nazionale di Promozione che dal 1850 cerca di contribuire allo sviluppo economico e a sostenere la crescita del Paese.

In pratica cosa hanno fatto?

CDP e FEI (il fondo europeo per gli investimenti il cui obiettivo è quello di sostenere la creazione, la crescita e lo sviluppo delle piccole e medie imprese) hanno sottoscritto un accordo nell’ambito del programma Europa Creativa per supportare l’accesso al credito da parte delle imprese che, come sappiamo, soprattutto in questi settori, ogni volta che vanno in banca a chiedere dei soldi gli viene risposto ‘picche’ perché non riescono a garantire con beni materiali. Questo perché gli asset delle imprese creative e culturali (ovvero i beni che producono) sono immateriali, impalpabili… – immaginatevi un progetto di una mostra, un’installazione multimediale, o una performance – e quindi i finanziatori ovvero le banche (ma spesso anche gli stessi commercialisti quando devono andare poi a redarre i bilanci) non sono in grado di valutarne il peso, la consistenza economica, il valore; e poi perché il mercato è abbastanza piccolo e poco stabile e quindi di conseguenza ritenuto rischioso dalle banche o da chi deve tirar fuori dei soldi per finanziare questo o quel progetto.

Comunque, piccolo neanche tanto se consideriamo che questo settore da lavoro a oltre 7 milioni di persone nell’Unione Europea e rappresenta il 4,2% del PIL dell’UE.

Quindi come funziona?

Per ‘rassicurare’ le banche e stimolarle a tirare fuori più facilmente “il grano” la Commissione Europea gli ha creato un Fondo di Garanzia (La Cultural and Creative Sectors (CCS) Guarantee Facility) che gli farà da “assicurazione”. In pratica dice: cara banca, tu dai i soldi a questi tizi che vogliono fare quel progetto e se non te li ridanno ci penso io.

Morale della favola nei prossimi anni c’è il ‘rischio’ che potranno essere finanziate più di 10.000 PMI che si occupano di audiovisivo, festival, musica, letteratura, architettura, archivi, biblioteche e musei, artigianato artistico, patrimonio culturale, design, arti dello spettacolo, editoria, radio e arti visive.

Quindi si va in banca con il proprio progetto e la banca stessa poi si rivolge al fondo di garanzia che nel giro di qualche settimana ti dovrebbe dare una risposta in base alla credibilità dell’operazione.

Cassa Depositi e Prestiti è quindi l’intermediario italiano fra questo fondo e le banche e sono previsti finanziamenti per ben 300 milioni di euro alle PMI italiane dei settori culturali e creativi. Nei prossimi sei mesi sembra che circa 900 imprese potrebbero accedere ai finanziamenti. In totale, l’operazione punta a raggiungere una cosa come 3.500 PMI nei prossimi due anni. Insomma, questa è sicuramente l’iniziativa più rilevante mai realizzata all’interno del programma “Europa Creativa”, per quanto riguarda l’accesso al credito.

In questa maniera, quindi, ci stimolano ad assumerci rischio d’impresa, ma ci danno anche la possibilità di pensare un po’ più in grande perché uno degli obiettivi è proprio quello di stimolare la crescita del settore.

Come al solito, però, non sarà facilissimo accedere a questi finanziamenti perché i sistemi di rendicontazione sono sempre molto complessi e ‘scoraggianti’ e spesso e volentieri bisogna pagare consulenti e/o società esterne che se ne occupano: ma ci può stare, consideriamola una fetta dei costi del progetto.

Comunque, è una grande opportunità e bisogna essere pronti a coglierla al volo. Quindi, da oggi, i nostri progetti hanno una possibilità in più di essere realizzati. Questo non significa, ovviamente, che qualsiasi masturbazione mentale ci venga in mente possa essere finanziata: devono essere progetti seri e strutturati con una loro sostenibilità finanziaria e presentati come si deve con tanto di business plan e di budget. Non è che vai in banca e dici mi servono 200.000 Euro per fare la mostra e come d’incanto te li trovi sul conto corrente. No, un po’ bisogna sudarseli… però è davvero un’ottima opportunità per cui, sfruttatela, sfruttiamola e continuiamo a tenere sempre d’occhio Europa Creativa.

No responses yet

Lascia un commento