Il volume dedicato al Giardino sensoriale di Balerna è speciale a partire dal sottotitolo: uno spazio che si prende cura delle persone, una specifica all’apparenza strana perché la cura delle persone riguarda solitamente altre persone (medici, scienziati, parenti,…) invece quando per la malattia non esistono farmaci, la possibilità di cura viene da un luogo, in questo caso da un giardino, pensato apposta per dare sollievo, per stimolare ricordi, per dare la possibilità agli anziani affetti da forme di demenza senile di poter essere circondati da colori, materiali, forme, suoni, che li aiutino a vivere meglio. Il libro al quale stiamo lavorando ne racchiude tutta l’essenza.
Questo giardino che si trova nel Centro Diurno Terapeutico Pro Senectute di Balerna è nato da un progetto del Rotary Club Mendrisiotto che promuove azioni a beneficio della popolazione locale, in particolare degli anziani ed è stato voluto perché secondo diversi studi che riguardano la demenza senile si è scoperto che creare uno spazio all’aperto dove i malati possano passeggiare in tranquillità insieme ai propri cari porta diversi benefici tra cui la riduzione dei sintomi legati alla depressione e un rafforzamento del fisico difficile da ottenere in un luogo chiuso attraverso lo svolgimento di esercizi di cui gli anziani malati non riescono neanche a comprendere il significato.
Sotto la guida attenta di Enrico Sassi – che ha progettato e diretto tutto il lavoro di riqualificazione – all’interno del giardino sono stati piantati fiori, piante aromatiche, un albero che fa ombra ad una bella panchina che gli gira intorno; è stata installata una fontana realizzata con il marmo delle cave di Arzo dalla quale sgorga uno zampillo che regala benessere in molti modi (l’acqua che ne fuoriesce può dissetare, rinfrescare e dare risalto allo splendido colore del marmo che bagnato si ravviva e crea un effetto molto piacevole per la vista); delle sedute e un tavolo; un’opera d’arte che ben rappresenta il tempo passato, il presente e il futuro: una scultura – realizzata da un artista che ha fatto del tempo e della sua percezione uno dei suoi simboli più conosciuti – che, come dice Stefano Pesce (il curatore di questo volume), riesce a creare ponti fra ciò che conosciamo e non conosciamo ancora, ponti tra generazioni.
L’artista è Salvador Dalì e l’opera è Il profilo del tempo: l’orologio molle è un’invenzione tutta daliniana e fece la sua prima apparizione nel 1931 nel dipinto ‘La persistenza della memoria’. Questi orologi descrivono in maniera eccellente la profonda e surreale relazione che Dalì aveva con il tempo, la percezione dei suoi limiti e l’importanza che l’artista attribuiva alla memoria; ed è proprio per quel che rappresenta che è stata scelta: un oggetto ben riconoscibile dagli ospiti del giardino e allo stesso tempo simbolico ed evocativo.
Questo volume racchiude una storia, descrive la nascita di un luogo speciale, ma soprattutto, come giustamente pensano gli artefici di tutto il progetto, anche nel libro ci sono prima di tutto le persone, tutte quelle che hanno collaborato alla sua realizzazione, le persone coinvolte, le persone per le quali è stato creato questo posto magico, tutti coloro che hanno pensato che raccontarlo sarebbe stato il passo successivo, un passo necessario.
Non vedo l’ora di averlo tra le mani per cogliere pienamente tutta la forza che può sprigionare un lavoro realizzato grazie alla collaborazione e alla volontà di creare un luogo che metta in primo piano ‘la memoria del cuore’, ma soprattutto la Persona.
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