Qual è in questo millennio il ruolo delle Gallerie d’Arte?
Cosa fanno, come si muovono, come lavorano?
Quello delle Gallerie d’Arte è sicuramente un panorama molto vario e non sempre ben definito, soprattutto se lo si guarda dal di fuori, ma spesso e volentieri anche per chi lo vede dal di dentro.
Cerchiamo quindi di chiarire un po’ la situazione.
Donald Thompson nel suo libro “Lo squalo da 12 milioni di dollari”, divide e classifica le gallerie in 4 macro categorie:
La prima è quella delle Gallerie di Brand. Sono pochissime, rappresentano pochissimi artisti (circa l’1% del mercato totale) ma in pratica sono quelle che fanno il bello e cattivo tempo in tutto il settore. Parliamo di realtà come Gagosian, White Cube, Lisson Gallery, e poche altre, circa una ventina in tutto il mondo. Come fanno: hanno grandissime disponibilità economiche innanzitutto, lavorano a stretto contatto con i direttori dei musei più importanti e hanno fortissime relazioni con i più grandi collezionisti internazionali che pendono dalle loro labbra. Per dirla con un linguaggio social, sono i veri influencer del mondo dell’arte. Se Jay Jopling si sveglia un giorno e decide che io sono un grande artista, io da quel momento per tutti sono un grande artista!
La seconda categoria è quella delle Gallerie Tradizionali. Cosa fanno: fondamentalmente il lavoro sporco; cercano di individuare gli artisti che potrebbero avere successo e cercano di tirarli su nel mercato facendogli fare mostre, portandoli alle fiere, proponendoli ad altre Gallerie dello stesso livello o ai loro collezionisti locali. Degli artisti che trattano in media un 20% riesce ad avere successo quindi per questo genere di Gallerie il rischio è abbastanza elevato e gli investimenti iniziali abbastanza consistenti. Spesso quindi affiancano a questa attività quella della rivendita di opere già presenti sul mercato, il cosiddetto mercato secondario.
Al terzo posto troviamo le Gallerie Commerciali, ovvero quelle gallerie che trattano gli artisti che trattano quegli artisti che sono in un limbo che sta fra i dilettanti e quelli emergenti trattati dalle gallerie tradizionali.
La quarta ed ultima categoria è quella delle Gallerie Negozio, spesso chiamate ‘affittamuri’: sono quelli che fanno pagare gli artisti per esporre e solitamente vendono poco o niente anche perché il loro guadagno lo fanno già sull’artista e quindi non hanno alcuno stimolo a fare un lavoro più proattivo.
È ovvio che ci sono anche tante contaminazioni e situazioni ibride, ma in linea di massima il panorama è questo.
Ma cosa significa davvero fare il Gallerista oggi, come si stanno adeguando le Gallerie d’Arte al cambiamento del mercato, alle nuove tecniche di comunicazione, alla tecnologia, a questo cambiamento epocale del mondo che rende tutto più fluido e non necessariamente legato a dinamiche relazionali tradizionali?
Per capire meglio questo mondo, dalle prossime settimane cominceremo a fare un vero e proprio viaggio all’interno delle Gallerie Italiane, più o meno importanti, più o meno famose e intervisteremo i Galleristi e cercheremo di farci spiegare da loro, dall’interno quindi, come funziona davvero il loro lavoro e se e come sta cambiando.
Seguiteci quindi alla scoperta del mondo delle gallerie d’arte…
No responses yet