L’eco di una cultura lontana, dove l’equilibrio formale e il rapporto con la tecnica, con la conoscenza dei materiali e la confidenza con la teoria, emerge con forza dalle pagine di questo libro.
Quello di Lucia Schiavone è un percorso che parte da molto lontano e facendo tappa nel mondo del restauro, si dirige verso una continua scoperta di soluzioni compositive, attraversando tematiche e istanze che suonano come versi di piccole poesie da guardare e da portarsi dentro.
Poesie ora forti come la terra da cui traggono ispirazione, ora leggere come l’aria che muove le foglie degli ulivi che da quella terra traggono vitalità.
Poesie rivestite d’oro leggero, foglie che si posano sapienti a ricordo di antichi fasti, ma calati nel contemporaneo sentire dell’artista.
Pretesti e spunti che ci tengono legati alla tradizione, non per reiterarne stancamente i motivi, ma per ripeterne vivacemente i gesti fino ad avere gesti nuovi che si confondono finalmente in una ritrovata libertà creativa.
Ed è con questa stessa questa libertà che Lucia spazia fra le tecniche e i materiali più disparati, dalla pittura su tavola al modellato, dalla pietra alla terracotta, fi no ad approdare alle tecniche miste che richiedono abilità e conoscenze profonde per poter legare insieme essenze diverse in un unico fine.
Un viaggio attraverso immagini che nascono dalla natura, dal ricordo, forse dal sogno, ma comunque vere, forti, passionali e vive, in un continuo rincorrersi di colori che ritornano come un motivo di sottofondo, come un filo conduttore che lega insieme i sentimenti e le sensazioni che danno l’impulso creativo e spingono l’artista alla realizzazione dell’opera.
Quella di Lucia Schiavone è un’arte sincera, libera da condizionamenti ideologici o commerciali e quindi veicolo di messaggi puri e incontaminati, lontani dai clamori e dal rumore della vita frenetica, ma vicini all’elogio di una sana lentezza che solo chi è passato per le terre pugliesi – e del sud in generale – si porterà per sempre dentro.
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