In tutti questi anni di lavoro editoriale non abbiamo mai commissionato una copertina ad uno studio grafico esterno, perché mi sembra sempre che lo zelo dei designers impacchetti i libri in confezioni sempre tutte più o meno riconducibili ad una stessa impronta, che è poi quella dei libri americani e/o inglesi che tutti vediamo in giro.
Lo stile delle copertine della Collana Sete l’abbiamo ‘pensato’ io e Giuseppe Di Bella, ormai cinque anni fa, quando decidemmo di avviare questa avventura dando alle stampe Giardino di Alex Caselli. Volevamo qualcosa che fosse semplice e allo stesso tempo ‘fine’, che restituisse un senso di sobrietà leggera, preziosa come le parole dei poeti che cominciavamo ad incontrare.
Siamo arrivati al quinto volume, Le chiese scomparse di Domenico Segna e, guardandole tutte in fila, penso che le copertine di questa Collana siano davvero singoli capitoli di un unico grande libro che va crescendo anno dopo anno: stanno bene insieme, come stanno bene insieme i poeti e gli artisti a cui abbiamo rubato le immagini. Una delle cose che io e Giuseppe decidemmo senza dubbi fu quella di inserire una ‘striscia’ con un particolare di un’opera d’arte, sia per creare un corto circuito con le altre cose che andavamo facendo, sia per ‘inventare’ un segno iconico che identificasse quel volume. Non siamo mai andati alla ricerca – come fanno tanti – delle opere più famose della storia dell’arte, tutt’altro. Abbiamo guardato intorno a noi, infilando in quella striscia lavori di artisti più o meno ‘emergenti’ in equilibrio con i giovani poeti pubblicati. Questo perché ci piaceva scoprire e far scoprire cose nuove, l’originalità nascosta di autori e artisti legati dall’assoluta qualità e dalla ‘sincerità’ dei propri lavori.
A distanza di cinque anni sono contento di quella scelta: ogni raccolta ha un suo ‘indizio’ visivo che diventa, per me, un po’ un simbolo, un po’ un gioco.
Per il libro di Domenico, quindi, abbiamo scelto un’opera di Silvano Fois: Giro di Giostra. Silvano, oltre ad essere un ottimo artista, è anche un grande amico ed è questa l’atmosfera che mi piace respirare intorno ad un progetto editoriale, quella di tante persone – in questo caso Giuseppe, Alex, Domenico, Nadia, Silvano, e un po’ anch’io – che lavorano insieme con un unico fine: rendere prezioso questo oggetto davvero raro qual è un libro di poesia.
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