Da più parti, durante le ormai trascorse vacanze natalizie, si è sollevata la questione dei Musei e delle mostre trovate chiuse nei giorni ‘clou’.
Proprio oggi, su la Repubblica, leggo una lettera di un appassionato d’arte – da cui ho tratto lo spunto e il titolo per questo post – che giustamente avrebbe voluto visitare alcune mostre, fra cui la ‘nostra’ su Salvator Rosa al Museo Correale di Sorrento, ma impossibilitato a causa delle mancate aperture.
E’ vero, la considerazione riguardo i Beni Culturali non è sempre all’apice nel nostro Paese ma, nonostante io sia uno di quelli sempre molto critico, devo anche ammettere che molto si sta facendo a riguardo e, alcune mostre fra cui proprio quella su Il giovane Salvator Rosa è la testimonianza non solo di uno sforzo per valorizzare la collezione del Museo stesso, ma anche della volontà di offrire agli appassionati il frutto di anni di studio e di ricerca e non una semplice ‘accozzaglia di opere’ messe insieme per ‘fare cassetta’, come spesso accade.
Ed è proprio questo il punto: se da un lato è facile trovare aperte nelle grandi città le mostre cosiddette ‘blockbuster’ che alle spalle hanno grandi investimenti ‘commerciali’, purtroppo i piccoli Musei di provincia – che a mala pena sopportano lo sforzo di realizzare eventi che vadano al di là della normale amministrazione – non sempre si posso permettere anche il lusso (perchè è di questo che si tratta) di sostenere l’onere di aperture ‘straordinarie’ (soprattutto in termini di fabbisogno economico).
Voi direte: ma se stanno chiusi proprio nei giorni in cui c’è la gente in giro, non perdono anche quegli introiti che potrebbero aiutarli ad andare avanti?
Lo so, è il classico cane che si morde la coda, ma è anche una questione fortemente sentita e su cui si sta lavorando per trovare soluzioni percorribili. Non è facile perchè le problematiche non sono poche, ma di certo, nel prossimo futuro, qualcosa cambierà.
Morale della favola: i ‘disservizi’ – chiamiamoli così – non sono sempre causati da una scarsa considerazione della volontà del pubblico che vuole fruire dei beni culturali, ma da tutta una serie di difficoltà derivanti in primis da annose problematiche economico/organizzative.
A volte già organizzare una mostra di qualità è un mezzo miracolo. Ma con un po’ di pazienza in più da parte di tutti sono convinto che prima o poi si arriverà anche a fare il miracolo completo!
One response
Il motivo per cui avevo deciso di andare a Sorrento il 26 Dicembre per vedere Il giovane Salvator Rosa era proprio l’ammirazione per il modo con cui la mostra è stata realizzata, e le sue caratteristiche di mostra di ricerca. Conosco bene gli “le annose problematiche economico-organizzative”, ma credo che proprio per un evento innovativo bisognerebbe cercare di superarle. Da un po’ di tempo Santo Stefano non è più così ritualizzato con interminabili pranzi di famiglia: per me è un’occasione per andare in giro a vedere quadri, opere d’arte, mostre fra Napoli e dintorni; per quanto abiti a Roma, quindi non lontano, non credo che avrò più occasione di andare a Sorrento a vedere la mostra. PECCATO.