Nella vita di un museo, una mostra è un’iniziativa per attirare l’attenzione del pubblico, sia di quello che lo ha già visitato sia di quello che vive con la lacuna di non averne mai percorse le stanze. Ed il Museo Correale di Sorrento, quasi periodicamente, realizza queste iniziative. Ma lo scopo è anche quello di rendere noto, a quanti lo ignorano e potrebbero avervi interesse, il patrimonio che possiede e sviluppare nuovi stimoli di ricerche e possibilità di arricchimento culturale.
Dopo L’Erbario essiccato di Domenico Coscarelli (2006) ed il catalogo Le Cinquecentine della Biblioteca del Museo Correale (2008), per le corrispondenti mostre, oggi è il turno di mostra e catalogo per Le Seicentine che saranno presentati al pubblico nella cerimonia di sabato 22 giugno alle ore 10,30.
Il Museo Correale, che Amedeo Maiuri definì “il più bel museo di provincia d’Italia”, voluto dalla munificenza di Pompeo e Alfredo Correale, si presenta nella sua ricchezza e vivacità con le varie collezioni, fra le quali si distinguono quelle di ceramiche e porcellane (tra le più ricche d’Europa), di pitture dell’Ottocento paesaggistico napoletano (ricchissima in particolare di pitture dì Duclère, maestro ed amico di Pompeo Correale), di capolavori dell’artigianato sorrentino (dono di Saltovar), di reperti archeologici locali e (ultimo acquisto) di ventagli dal ‘700 al ‘900 (dono di Mariella Grazia).
La mostra, che resterà aperta fino al 31 dicembre, presenta 140 titoli, contenuti in 136 volumi (otto opere sono rilegate in coppia), di essi il 47% del fondo è costituito da volumi donati da Saltovar (Silvio Salvatore Gargiulo) durante il periodo in cui era componente del Consiglio di Amministrazione (era il periodo in cui il Comune di Sorrento sceglieva i suoi rappresentanti con la speciale oculatezza della possibilità di poter contribuire all’arricchimento, specialmente, culturale del museo), il 10% circa proviene da particolari donazioni (Manfredi Fasulo, Errico d’Apreda, Sac. N. Gargiulo, Famiglia Colonna, Luigi Savastano, Mariano Vervena e la Confraternita dei Servi di Maria; del restante 43% non si conosce la provenienza (non risulta se fra questa percentuale, parte sia di provenienza Correale).
La vocazione tassiana della biblioteca del Museo – nella quasi totalità merito di Saltovar – è consacrata dalle 33 seicentine (28 direttamente dell’immortale Poeta delle Crociate), alcune delle quali di grandissimo valore storico ed artistico (fra di esse la famosa edizione della Gerusalemme Liberata tradotta in napoletano da Gabriele Fasano ed edita a Napoli nel 1689 da Iacovo Raillardo con venti Incisioni ai canti ed un’antiporta di Giacomo del Po, ristampata cinque volte, l’ultima qualche mese fa e di cui se ne custodiscono due copie, donate dallo stesso Saltovar e da Mariano Vervena). Oltre le altre edizioni del sec. XVI e delle epoche successive.
Insieme alla generosità e zelo di Saltovar, va ricordato anche la costanza Manfredi Fasulo, per molti anni anche Conservatore del Museo, per tanti altri volumi e documenti acquisiti.
Se oggi è ancora vivo il filone di amore e di memoria di Torquato Tasso, è dovuto, maggiormente, alla passione di questi due personaggi della storia sorrentina che hanno anche saputo creare una scia di promotori del ricordo dell’autore della Gerusalemme Liberata.
Questo è dovuto essere il motivo per il quale gli organizzatori di questa ennesima iniziativa al Correale hanno voluto legare il loro nome ad alcune iniziative culturali, infatti è stato dedicato il catalogo di questa mostra a Manfredi Fasulo, dopo di aver dedicato il precedente a Saltovar in riconoscimento dei rispettivi ruoli per il raggiungimento dell’attuale preziosità della Biblioteca del Museo: infatti, il secondo contribuì a fondarla ed a costituirne il nucleo base arricchendola di preziosi esemplari, mentre il primo l’animò e l’ordinò.
Se Pompeo e Alfredo Correale consentirono di disporre di questo patrimonio immobiliare, arricchito di tesori mobiliari di grandissimo valore artistico e storico; se munifici donatori aumentarono la ricchezza di quanto nella villa patriziale del Correale era già contenuto; se zelanti curatori di tale patrimonio fecero si che il complesso aumentasse la sua fama ed il suo valore, è doveroso, oggi, continuare nell’impegno anche di diffusione delle preziosità contenute ed esposte.
Merito a chi ha profuso il proprio tempo e donato il conseguente impegno per questa ennesima mostra, nell’attesa dì altre iniziative che possano offrire a tutti di ampliare le proprie conoscenze e la propria cultura. E questo merito va attribuito, senza piaggeria, a Mario Russo, anima della Biblioteca del Museo, per la cura e la passione (che ha trasmesso anche ad alcune collaboratrici), con le quali trascorre giornate intere ad ordinare, catalogare e selezionare, pervenendo a risultati come questo ed i precedenti mostre e cataloghi.
E non è detto che si fermi qui!
di Nino Cuomo
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