Oggi vorrei sfatare un luogo comune: non è vero che i lettori sono in calo!
Si, le vendite dei libri negli ultimi anni hanno subito una contrazione importante; ma, di contro, c’è stato un boom silenzioso, in tutta Italia, degli iscritti alle biblioteche pubbliche e un consistente aumento dei prestiti.
Questo dimostra che che la biblioteca non è considerata – come molti credono – un triste luogo di ‘conservazione’, ma un ‘servizio’ e una vera e propria risorsa alla quale poter liberamente attingere.
Ma allora perché tante biblioteche che rimangono vuote e addirittura faticano a sopravvivere?
La risposta è semplice: mancanza di attenzione verso il pubblico.
Oggi più che mai appare essenziale la presenza di un elemento da sempre troppo trascurato nel mondo della cultura: il marketing. Parola, questa, troppo spesso demonizzata – che non deve richiamare la semplicistica idea della vendita dei gadget -, evoca la necessità di analizzare i bisogni e le richieste di quella parte della cittadinanza che costituisce o potrebbe costituire il ‘pubblico’ della biblioteca.
E’ quindi necessario mettere in campo delle competenze specifiche di governance in grado di monitorare le esigenze dei lettori del territorio e attuare delle strategie specifiche di marketing culturale, appunto, in grado di trasformare quel pubblico potenziale, in frequentatori abituali.
Soprattutto nei piccoli paesi, le biblioteche sono un bene da salvaguardare e da valorizzare. Sono un patrimonio di tutti e, per questo motivo, tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo: sia perché ritornino ad essere in grado di assolvere alla loro funzione primaria, ovvero quella di assicurare un libero accesso alla conoscenza come condizione preliminare per la vita democratica della nostra società; sia perché possano finalmente diventare un punto di riferimento per la cultura locale, e un volano per la formazione dei giovani di oggi e delle future generazioni.
Soprattutto i bambini e gli adolescenti dovrebbero vedere in questa istituzione una risorsa, un luogo di aggregazione, di partecipazione, e di stimolo per la loro crescita culturale e intellettuale.
Ma se si rimane immobili davanti al mondo che si trasforma si diventa inadeguati ad assolvere a queste importanti funzioni.
Quindi, per rilanciare questo nostro patrimonio cosa possiamo fare? Potremmo cominciare, per esempio, a chiederci cosa vuole la gente.
E voi? Cosa vorreste dalla biblioteca del vostro paese?
Un edificio attraente? Un ambiente amichevole? Orari diversi? Più computer? Una caffetteria per rilassarsi? Più attenzione ai bambini? Disponibilità da parte dell’amministrazione e del personale ad accettare critiche e suggerimenti?
Insomma, qual è la biblioteca dei vostri sogni?
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