Ci piace anche il titolo in francese del libro Entrare nel vuoto di Fabrizio Bajec, e d’altronde lui vive a Parigi e i suoi libri sono conosciuti e apprezzati anche all’estero.
Di seguito potrete leggere la nota di lettura (come recita il titolo) di ESPACE LIVRES & CRÉATION di BRUXELLES che ci è piaciuta molto e che crediamo sia illuminante circa l’operare del nostro autore e la sua poetica.
La poesia di Fabrizio Bajec è senza compiacimento e disillusa. Tuttavia non è disperata. È solo che non cerca di piacere, né di far passare un messaggio. Le poesie di Entrare nel vuoto testimoniano la solitudine urbana di un giovane scrittore italiano espatriato a Parigi. Si potrebbe parlare nel suo caso di “autofiction”, perfino di poesia etnografica, per come Bajec ci tiene a descrivere in maniera oggettiva le sue osservazioni su se stesso e sugli altri durante i suoi incontri: giocatori di scacchi, barboni che si litigano una cabina telefonica, vita sociale degli impiegati nel fine settimana… Empatico e umanista, Fabrizio Bajec descrive i suoi contemporanei così come li vede, patetici, superficiali e spesso cinici. Bajec lascia correre sul nostro mondo uno sguardo annoiato ma benevolo che non può mancare di ricordarci il primo Houellebecq. Traduttore e lettore di Baudelaire, di William Cliff e della poesia americana del XXesimo secolo, Fabrizio Bajec è sicuramente una voce nuova e originale nel paesaggio poetico di oggi.
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