Secondo me ci sono almeno tre buone ragioni per cui chi progetta la mostra deve avere almeno un’infarinatura (anche se è una parola brutta), però un minimo di attitudine diciamo così al Marketing e alla comunicazione, ma in realtà neanche un minimo, dopo vedremo perché.
Quindi secondo me ce ne sono tre di ragioni, la prima ragione riguarda proprio voi personalmente come professionisti, la seconda ragione riguarda voi come professionisti all’interno di un team di una struttura che è proprio quella che si occupa dell’organizzazione, della realizzazione del progetto e andando avanti la terza ragione è proprio quella che lega il progetto al marketing e alla comunicazione, non solo a chi, come dicevamo prima spesso e volentieri le mostre sono un flop perché chi progetta non è capace di dialogare con chi poi la mostra la deve raccontare. Quindi questa è la terza buona ragione ma non è solo questa è anche proprio intrinseca al progetto perché oggi, e poi magari nelle prossime lezioni lo vedremo, il marketing e la comunicazione spesso e volentieri è proprio intrinseco al progetto: parte da dentro al progetto il progetto stesso a volte è dall’interno che comunica, ci sono degli elementi che possono interagire con le persone e stimolare le persone a raccontare autonomamente la mostra e quindi questo è che auspicabile che sempre più si faccia con le tecnologie che sicuramente conoscete tutti: con tecnologie multimediali, interattive, eccetera, eccetera… Però è auspicabile che sempre di più la comunicazione riesca a essere stimolata proprio dal di dentro della mostra e si inneschi una sorta di passaparola autonomo dei visitatori e quindi questo ovviamente se chi fa il progetto non c’ha questa attitudine, questa capacità di immaginarsi quello che succederà dopo, ma si ferma solamente al design, alla sua masturbazione mentale diciamo così di quella che dovrebbe essere la mostra, allora non riesci a innnescare questi meccanismi.
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