Picasso. Eclettismo di un genio | Una sfida organizzare la mostra di Picasso a Sorrento

Gino Fienga  e PicassoDopo il grandissimo successo della mostra di Dalì dell’anno scorso, e quella di Sironi, conclusasi lo scorso 20 aprile, il 30 maggio, a Villa Fiorentino a Sorrento, verrà inaugurata la mostra “Picasso. Eclettismo di un genio”. Evento che dimostra l’impegno, da parte della Fondazione Sorrento e del Comune della città, a portare avanti iniziative all’insegna dell’arte e della cultura.
Abbiamo incontrato Gino Fienga, curatore della mostra, che è stato felice di rispondere a qualche domanda. 

Come sarà articolata la mostra?

L’esposizione conta 9 collezioni grafiche complete (in tutto circa 240 incisioni): “Le cocu magnifique”, “Venti poemi di Gongora”, “La Célestine”, “Sable Mouvant”, “Suite des Saltimbanques”, “Il Tricorno”, “Storia Naturale”, “Balzac en Bas de Casse” e “Barcelona Suite”, appartenenti ad un collezionista privato di Trento.
Ogni collezione occuperà una sala della villa, eccetto per “La Célestine”, quella col maggior numero di incisioni, che occuperà ben tre sale al primo piano.
Il percorso parte dalle opere più recenti dell’artista, fino a quelle risalenti ai primi anni della sua attività. Ad accompagnare il percorso delle grafiche, saranno presenti delle bacheche poste al centro delle sale che raccoglieranno 24 ceramiche, provenienti da una collezione privata e dal Museo Internazionale della Ceramica di Faenza. Inoltre non mancheranno oli su tela e opere uniche dell’artista.

Picasso a SorrentoPerché si è deciso di focalizzare l’attenzione principalmente su incisioni e ceramiche?

Perché è un aspetto più inedito, meno conosciuto del lavoro di Picasso.
In Italia, purtroppo, la grafica è poco considerata, probabilmente per un nostro problema culturale, perché siamo tanto abituati a vedere opere ad olio e simili che la grafica viene sempre considerata un’arte minore o comunque più artigianale.
Questo pensiero è figlio della nostra storia dell’arte, che ha marciato un po’ contro queste forme artistiche, anche forse per ragioni di mercato. Invece, all’estero non è così: l’opera grafica ha lo stesso valore che potrebbe avere un dipinto, ad esempio.
Stesso discorso per la ceramica. Spesso non viene considerata come una vera e propria forma d’arte, quando in realtà si potrebbe definire una scultura a tutti gli effetti. La tecnica dovrebbe essere irrilevante al fine della fruizione dell’opera d’arte.
Inoltre, è difficile trovare serie di grafiche complete e la rarità della mostra sta proprio in questo.
Tra grafica e la ceramica esiste un filo conduttore ed è quello proprio della ricerca del segno. Il segno è un elemento a cui Picasso, personaggio eclettico e curioso, che amava molto sperimentare, dà una notevole importanza e queste tecniche lo mettono molto in luce.

Le opere verranno disposte seguendo un ordine cronologico a ritroso. Come mai questa scelta?

Il pasto frugale di Pablo PicassoSi, nelle prime sale si troveranno le opere più recenti, mentre seguiranno poi quelle più vecchie, di un Picasso giovane, risalenti al 1913, che però già denotano una raffinatezza e delicatezza del segno uniche. Ovviamente vi è qualche piccola eccezione per problemi logistici, perché abbiamo tentato di dedicare ad ogni collezione grafica una propria stanza, per cui eravamo un po’ vincolati dalla grandezza della stanza e dalla grandezza della collezione.
L’intenzione è quella di accompagnare il pubblico, passo per passo, anche mediante pannelli esplicativi, alla scoperta dell’evoluzione stilistica dell’artista.
Talvolta anche all’interno di  una stessa serie, sempre per la sua costante voglia di sperimentare, si possono notare tecniche e stili differenti.
Il Picasso che tutti conoscono, alla fine, è il Picasso cubista, ma in realtà quello fu un breve periodo di passaggio dell’artista, che lui superò ampiamente nel corso della sua vita. Di qui la volontà di mostrare anche le sue altre personalità meno conosciute.

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