Descrizione
“Il Portogallo è un’isola” è sostanzialmente tre cose: un reportage di viaggio e di similitudini emotive; un colloquio con un amore difficile lasciato a casa; il confronto tra due tradizioni diverse eppure simili nella lingua e nei costumi: Napoli e Lisbona.
Nel reportage emerge la ricchezza dell’isola portoghese che Miranda analizza rimuginando sui nomi dei dolci, sulle parole, sulle caratteristiche dei monumenti, e sui suoni delle canzoni. Solo visto dall’alto il panorama sembra lo stesso, “solo le nuvole, di tanto in tanto, rappresentano una novità, bianchi poggi che sembrano far parte del paesaggio o, se sono molte e in gruppo, mari di estrema tranquillità, favolosi iceberg, ghiacci profondi, fitti agglomerati urbani. Le nuvole sono come fuochi d’artificio: dentro, ci puoi vedere di tutto”. E le nuvole secondo la tradizione ebraica sono i piedi di Dio.
Nel dialogo muto e dolente con la persona amata Miranda cerca di sostenere perentoriamente la sua tesi: che la vita è verità e non finzione… mentre lei, novella Stendhal in un giorno di primavera, riscopre la bellezza di camminare con tutti i sensi all’erta.
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