Descrizione
Bassetti non è un artista di studio, non è un artista dall’applicazione metodologica e sistematica costante e ripetitiva di univoca maniera e tecnica. È invero un artista d’impeto, un fuoco acceso. Non abbastanza da convincersi di diventare un “maledetto” alla Rimbaud, né tantomeno uno “scapigliato bohémien” dal “taglio” disordinato e anticonformista della seconda metà dell’Ottocento.
È però, questo sì certamente, quel nuovo ibrido “romantico giacobino” per cui l’arte è anelito di vita, dolcezza della poesia, sprezzo del pericolo.
Il libro si suddivide in tre sezioni che raccolgono tipologie diverse di soggetti e di pensiero: “La mia materia”, “Le mie donne”, “Le mie carte”.
Figure, personaggi, fossili di esistenza, implosioni in nuclei di massima densità, e persino di espressioni, ad un passo dal loro sbriciolamento entropico sull’inerzia delle grandi basi, si stagliano opere che danno pienezza e massima soddisfazione.
Ogni composizione di Luigi Bassetti è un piccolo e grande big – bang di esplosioni e implosioni iniziali, dove la potenza delle morfologie trascina ed invade la superficie del mondo in una bellezza inestimabile che arresta il fruitore, coinvolgendolo verso un archetipo gestuale di superpensiero filosofico: chi sono, dove vado, fuggo o affronto, volo o precipito?
Queste sue memorie evocano fantasmi di tradizioni antiche che sono gli spettri della nostra contemporaneità.
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