Quando un’istituzione culturale è costretta a ridimensionarsi è sempre un dolore, e di requiem come questi vorremmo non ascoltarne più, neppure in tempi di crisi nera.
Questo è il caso della suggestiva sede della fondazione creata a Milano nel 1994 dallo scultore romagnolo Arnaldo Pomodoro (classe 1926), che con un laconico messaggio, allo scadere dello scorso anno, dichiarava la chiusura dell’attività espositiva in via Solari 35. La fondazione, dotata anche di un museo e di una biblioteca, aveva da sei anni uno spazio di tremila metri quadri, riprogettato sulle rovine dell’ex turbinificio Riva & Calzoni dalla Cerri & Associati che vinse per questo il premio Ance 2006. La sede di via Solari, che nell’aprile scorso ha riaperto temporaneamente per un a mostra in occasione del Salone del mobile, era ormai considerata la Kunsthalle o la Tate Modern milanese, grazie alle molte intelligenti iniziative espositive e didattiche. L’attività, comunque, prosegue nei pressi dello studio storico dell’artista nel vicolo dei Lavandai affacciato sul naviglio, vicino alla Darsena, luogo di suggestioni leonardesche, che dall’alto, come suggerisce lo scultore, pare quasi un labirinto. Arnaldo era giunto a Milano col fratello Giò nel 1954; conobbe, fra gli altri Lucio Fontana, poi si trasferì nel vicolo che trae il nome da un vecchio lavatoio, spazio ristrutturato da Vittorio Gregotti nel 1983. Quel vicolo dà il titolo a un libriccino di Con-fine edizioni dell’appassionato Gino Fienga, che ripubblica un’intervista di Flaminio Gualdoni allo scultore. Pomodoro vi rievoca l’arrivo a Milano, le prime mostre, il sogno, poi realizzato, di radicarsi in quella zona «fra le più belle della città, dove ancora si possono vedere le pietre antiche su cui si lavava e gli attracchi dove si legavano i barconi», la creazione della fondazione, e poi la ristrutturazione del monumento di archeologia industriale di via Solari: non un pomposo museo della sua opera, non il suo museo, ma un luogo che in generale parli della pratica della scultura, aperto anche ai più giovani artisti.
Gloria Fossi
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il volume Vicolo dei Lavandai. Dialogo con Arnaldo Pomodoro di Flaminio Gualdoni.
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