La letteratura umoristica in Italia è un genere affidato ai comici ed ai perditempo: in realtà nel nostro Paese ha uno storia importante. Ultimo erede di questo filone è il lucano Gaetano Cappelli persona squisitamente colta ed elegante che sa come amalgamare storie della più profonda provincia italiana.
Nel suo ultimo romanzo “Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di lupo (pagg. 144, euro 16; Marsilio)” ci parla delle peripezie di Guido Galliano scrittore di media popolarità ora in ribasso che per un caso fortuito viene arruolato da Ferdinando Canosa un agronomo-titolato che lo porta a Minervino dove il letterato dovrà dare un mano alla prima Bovary – la moglie di Canosa, Finizia – nella scrittura di un romanzo su una gloria locale: la medium Eusapia, contemporanea di D’Annunzio.
Intanto la seconda Bovary in combutta con l’amante Dennis Galatone – un neomelodico in disfacimento – , cerca di coninvolgere un boss locale della Capitanata, Cozzajanga, a fermare questo disegno: Maddalena Videtti è in lotta con Finizia per la preminenza letteraria nel comprensorio. Meravigliosi i dialoghi in foggiano – dialetto più incomprensibile dello swahili che Cappelli confeziona. Cozzajanga però ha un suo imprevedibile disegno: cerca anche lui un cantore della sue gesta criminali che possa farlo assurgere all’universalità come quei malditos dei gomorristi… Insomma la provincia al cubo, con risate colte tenute su da una leggerezza di una lingua che fa di Cappelli uno dei migliori scrittori della sua generazione.
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